(6 giugno 2011) La ringrazio dell’attenzione rivolta al mio problema… la informo che ho XX anni… ero una ragazza ai tempi delle scuole che veniva presa in gioro ma che allo stesso tempo coinvolgeva tutti in manifestazioni gite e organizzava sempre qualche cosa per stare in compagnia… anche semplicemente le classiche pizzate di gruppo! Sono diplomata all’istituto d’arte e fortunatamente stò piano piano ritrovando il piacere del disegno e dei piccoli lavoretti creativi che mi tengono piacevolmente occupata la mente… fino ad ora da quando le ho risposto l’ultima volta non ho più toccato una macchinetta!! e onestamente mi sento più libera. Grazie ancora per le sue parole… mi sono di conforto e mi aiutano a essere più forte!!! buona giornata…

Pubblichiamo l’ultima @ della sig.ra M. ringraziandola del riscontro positivo dato al nostro operato. Quando qualcuno ci scrive portandoci le sue vicende, ci offre la possibilità di aiutarlo a rivedere la sua situazione con occhi diversi. Spesso le persone temono di confrontarsi con l’esperto, soprattutto rispetto al versante emotivo e finiscono per “cristallizzare” la propria situazione, rischiando spesso di peggiorarla. Questo è particolarmente vero in età evolutiva, quando i ragazzi arrivano a stare molto male prima di riuscire a chiedere aiuto.

Gentile sig.ra M. lei è ancora giovane e ci fa molto piacere che questo scambio di @ possa esserle stato d’aiuto per le sue vicende personali. Se è vero che il web può essere insidioso perchè spersonalizza e slatentizza aspetti interni non sempre positivi, è anche vero che può permettere a chi ha maggiori resistenze di aprirsi all’altro e di riconoscere le proprie difficoltà.

Dr.ssa R. Poli, presidente dell’Ass.ne “Crescere Insieme”

(21 maggio 2011) Al momento da quando vi ho scritto a oggi ho giocato quattro volte, quello di cui sento di aver bisogno è la compagnia quotidiana di amici o un compagno, quindi ogni giorno vorrei che la mia giornata si svolgesse con qualche cosa di emozionante…. e quando questo non accade, per paura di essere assillante e quindi di non tormentare le persone a stare con me, mi butto a giocare!!! ci stò lavorando parecchio stando sola a casa, ma vivo con stati d’ansia, che poi mi portano a sragionare…. Come si fa??

Gentile sig.ra M., il fatto che ci abbia fatto sapere il suo nome è indicativo della sua voglia di “mettersi in gioco” per la prima volta nel senso positivo del termine!

Se ha capito che le relazioni interpersonali costituiscono il suo vero “bisogno”, vuol dire che sta trovando la strada giusta per risalire la china e sperimentarsi con esperienze gratificanti che possano aiutarla a sostituire efficacemente il gioco d’azzardo.

Come le dicevo la volta scorsa non esiti a chiedere aiuto ad un centro specializzato, spesso quello che funziona molto bene in alcune forme di “dipendenza”  è il gruppo di auto-aiuto dove è possibile il confronto genuino e costruttivo con altri che hanno avuto il suo stesso problema e che possono aiutarla a superarlo.

Oltre a questo cerchi di crearsi delle occasioni di incontro; se la cifra della sua @ corrisponde alla sua età, immagino che possa pensare a situazioni stimolanti in questo senso (frequenza di palestre, centri culturali/ricreativi, situazioni di volontariato, ecc.).

Stare a casa non le è di nessun aiuto perché tra le mura domestiche finisce per chiudersi in un guscio che autoalimenta la sua insoddisfazione e la sua ansia!

Incoraggianti sono però i risultati che ha conseguito nel ridurre la tendenza al gioco; tenga un diario giornaliero che la rinforzi rispetto alle strategie giuste adottate e possa servirle da “ancora di salvezza” nei momenti più disperati per dissuaderla dalle possibili ricadute che sono sempre insidiosamente presenti.

Non conosco le sue competenze e il suo lavoro però mi sento di suggerirle di riprendere gli studi se le fa piacere, magari frequentando un corso serale se non ha ancora conseguito un diploma o informandosi presso altre organizzazioni che si occupano di formazione per gli adulti (se abita a Roma un’ottima opportunità potrebbe essere l’UPTER).

Il rientro in formazione, oltre ad arricchirla culturalmente e professionalmente, potrebbe favorire le occasioni di scambio e conoscenza perché a qualsiasi età, se si ritorna tra i banchi di scuola si ritrova quel clima di “condivisione goliardica” che caratterizza questo particolare contesto!

Non aggiungo altro perché sono sicura che con il necessario impegno troverà da sola la sua strada e potrà dare una svolta diversa alla sua vita. In bocca al lupo e, se ha piacere, mi tenga informata sugli sviluppi futuri.

Dr.ssa R. Poli, Associazione “Crescere Insieme”